LOVE. L'arte contemporanea incontra (e celebra) l'amore. Chiostro del Bramante, autunno 2016
12 ottobre. A due passi dalle orde di turisti in piazza Navona, il Chiostro del Bramante festeggia i suoi vent'anni di attività portando nella città eterna la favola degli anni '60 di Andy Warhol e Tom Wesselmann.
Fu allora che l'artista dismise i panni malinconici e solitari che ne avevano caratterizzato l'immagine durante tutto il romanticismo – come nota Luca Beatrice nell'intoduzione al suo Pop.
L'invenzione dell'artista come star del 2012 - per indossare quelli pieni di lustrini delle più celebri starlette del cinema.
Una favola, la loro, la cui narrazione prosegue anche ai giorni nostri ad opera degli interpreti contemporanei di una sfavillante pop art il cui tramonto pare ancora di là da venire.
Era l'America dei Kennedy e del boom: l'America diffusamente osteggiata ma più spesso guardata con invidia dal resto del mondo – l'America di Hollywood, di quel Frank Sinatra emulato persino là dove sognare l'America significava un mezzo sacrilegio contro l'amor patrio, in Unione Sovietica - come ricorda la videoinstallazione dell'islandese Ragnar Kjartansson.
Le Sibille affrescate da Raffaello nell'adiacente Basilica di Santa Maria della Pace oggi sembrano interrogarsi sulla possibilità di una convivenza armoniosa fra quest'architettura tipicamente rinascimentale, rigorosa e severa, geometricamente inappuntabile e spoglia di qualsiasi vezzo decorativo, e l'irriverente sfrontatezza degli artisti che abiteranno queste sale fino al prossimo febbraio.
Sulla carta un azzardo; nei fatti, un dialogo intrigante.
Sullo sfondo neutro offerto dalle superfici in marmo sfilano sperimentazioni cromatiche talmente feroci da non lasciare spazio alcuno al silenzio del vuoto.
È un'entusiastica invasione di colori vividi, e il fil rouge è il sentimento più coinvolgente che ci sia, da sempre ispirazione principale di qualsiasi artista: l'amore, le mille forme che può assumere un'ossessione irrinunciabile.
Inequivocabili i grandi quadrati di Robert Indiana, che dal '66 non ha mai smesso di ripeterlo, AMOR, o LOVE, con grandi lettere in alluminio policromo rosso e blu che adesso campeggiano nel cortile interno del chiostro: parole che diventano esse stesse immagini da contemplare e non più da leggere.
Pochi passi e rapiscono l'attenzione due grandi labbra scarlatte in vinile firmate da Tom Wesselmann, una bocca morbida che trattiene una sigaretta accesa, sensuale al limite del volgare, provocante e irresistibile quanto l'antistante nudo di donna, sempre di Wesselmann: è l'amore nella sua accezione erotica, lussuria e peccato, gioco e languida ingenuità, lo stesso significato che gli attribuiva l'indimenticato Andy ritraendo in serie la Marylin che era e rimane sogno proibito di chiunque – un esemplare multicolore si può ammirare anche qui, in occasione della mostra in corso.
Nathalie Djurberg e Hans Berg, i due svedesi protagonisti di un sodalizio artistico ormai consolidato, riempiono una sala di giganteschi fiori di cartapesta variopinti, plasmando uno scenario oscuro e sinistro grazie anche alle voci indecifrabili che si levano dagli impianti audio, e alle immagini che scorrono sui monitor.
L'algida madonna bianca di Vanessa Beercroft stringe con fare materno alla veste candida due nerissimi bambini: l'amore che ignora le diversità e anzi da esse ricava il segreto del suo fascino.
Quelli che soffrono amano, Those who suffer love: l'eccentrica artista britannica Tracey Emin dissemina le pareti del chiostro di corsivi al neon che riportano lapidarie affermazioni sul tema della mostra.
Gilbert Prousche e George Passmore, artisti operanti dal lontano '68 sull'effervescente scena artistica londinese, compongono collages di foto che si fanno beffa di amor patrio e nobili sentimenti affini.
E di collage si tratta anche nel caso del contributo dell'inglese Tracey Hoffatt, che nella sua videoinstallazione mette insieme le scene di baci che hanno fatto la storia del cinema, rendendole oggetto di una serialità infinita e tuttavia ipnotica, tutto fuorché noiosa. Francesco Vezzoli, classe 1971, ormai celebre per i suoi autoritratti nelle vesti delle più grandi dive del cinema e popstar della musica, unisce una statuaria di tipo romanico-imperiale ad una cinematografia di sapore baroccheggiante: il risultato è un ironico autoritratto in marmo nei panni dell'Apollo del Belvedere.
Non solo arti visive, anzi: l'intento è solleticare tutti e cinque i sensi.
Lo sa bene la portoghese Joana Vasconcelos, il cui enorme cuore composto di centinaia di traslucide posate in plastica rossa ondeggia appeso al soffitto cullato dalla voce suadente di Amalia Rodriguez.
Ma è anche una mostra votata al mondo virtuale dei social network, come testimoniano le varie postazioni selfie disseminate lungo tutto il percorso che invitano i visitatori ad immortalarsi davanti alle opere esposte per poi condividere in rete lo scatto – l'hashtag ufficiale della mostra è #chiostroLove.
Un'iniziativa che scommette tutto sul contributo di chi avrà modo di visitarla, chiamato a partecipare attivamente al successo dell'impresa.
L'ultimo congedo è affidato ad una grande diva dell'arte del nostro tempo, la giapponese Yayoi Kusama, con un'opera che non si può semplicemente contemplare: è necessario entrarci dentro, in una piccola stanza, e si viene subito catapultati in un mondo psichedelico fatto di zucche colorate che si moltiplicano grazie ai mille specchi che riempiono le pareti interne.
L'effetto vertigine è assicurato.
Ed eccoci di nuovo fuori.
Il sole prossimo al tramonto cosparge di generose campiture rosate tutto il marmo intorno, infilandosi fra i pilastri del loggiato superiore: i piccoli sedili ricavati secoli fa lungo tutta la balaustra invitano a qualche minuto di sosta, per riprendere contatto con la realtà.
Un ultimo sguardo verso il basso: nel brusio dei visitatori che si apprestano ad entrare, quei commercialissimi Indiana non potrebbero essere più azzeccati.
All you need is (pop)art.
LOVE. L'ARTE CONTEMPORANEA INCONTRA L'AMORE.
a cura di Danilo Eccher
29 settembre 2016 – 19 febbraio 2017
Via Arco della Pace 5, Roma
Orario apertura: tutti i giorni dalle 10.00 alle 20.00;
sabato e domenica dalle 10.00 alle 21.00 (la biglietteria chiude un’ora prima.
Aperture straordinarie (la biglietteria chiude un’ora prima):
1 novembre 10.00 – 21.00; 8 dicembre 10.00 – 21.00;
24 dicembre 10.00 – 17.00; 25 dicembre 16.00 – 21.00;
26 dicembre 10.00 – 22.00; 31 dicembre 10.00 – 18.00;
1 gennaio 10.00 – 21.00; 6 gennaio 10.00 – 22.00.
Biglietti: Intero € 13,00 (audioguida inclusa).
Informazioni e prenotazioni: T. +39 06 915 19 41.
Informazioni didattica: didattica@arthemisia.i;t T. +39 06 915 110 55.
Sito internet: www.chiostrodelbramante.it. Hashtag Ufficiale: #chiostrolove catalogo Skira
Isabella Michetti