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Sfatiamo un mito: mangiare vegetariano o vegano non significa rinunciare a gusto e sapore. Proprio per questo siamo andati a curiosare all'Osteria al 55, in via Messina, a Milano, ovviamente al civico 55.
È qui che Michele Maino e Carlo Codarini accolgono la loro clientela per stupirli con la loro filosofia: cucina vegetariana (e vegan) per non vegetariani. E ci riescono in tutti i sensi: i sapori superbi, i profumi inebrianti e la gioia per gli occhi si sposano nei piatti originali e sempre nuovi che la loro cucina propone. I prodotti a km zero sono combinati magistralmente con spezie e pietanze da tutto il mondo.
Abbiamo provato per voi dei fantastici gnocchetti di patate viola con salsa di cavolo rosso, seguiti da una chèvre chaude con crostini di formaggio di capra, rivelatrice della scuola francese che si mescola con l'innovazione dello chef. La celebre ciliegina sulla torta si è presentata sottoforma di una cheesecake al gorgonzola con cavolo nero, squisita!
Non vi ha ancora conquistati? Questo posticino che sembra uscito da altri tempi vi propone un menu degustazione a 39 euro che prevede un tris di antipasti, un primo, un secondo e un dolce. A la carte vi potete sbizzarrire fra i curatissimi piatti come il risotto saltato con curcuma e roquefort, la millefoglie di carciofi, noci e polpa di porcini, la tempura di verdure di stagione, i capunet - polpettine di grano saraceno in foglie di verza - alla cinese con verdure al salto. Intrigante e sicuramente da provare la dark salad, che ha l'aria di essere tutto fuorché la classica insalatina con foglioline verde e pomodorini: castagne d’acqua cinesi, radice di loto, rambutan, patata viola, mangostano e carote nere fanno comprendere il perché di questo nome così seducente. Per chiudere la cena con un sorriso, la proposta di "happy end" include un cuorecaldo al cioccolato con panna montata ai ras el hanout - che ricorda un po' il curry - oltre ai sorbetti di frutta, da provare quello al rabarbaro, o uno yogurt indiano in versione vegan.
L'Osteria al 55 propone, prenotando con un paio di giorni d'anticipo, anche cucina crudista, che prevede assaggi vegani cotti non oltre i 37 gradi.
Onore al merito, dunque, a questo ristorantino delizioso ma coraggioso che è riuscito a sdoganare un tipo di cucina che troppo spesso si auto-confina in una cerchia elitaria, riuscendo quindi a interpretare la cucina vegetariana a vantaggio di tutti i palati.
Indira Fassioni
Contatti:
Osteria al 55 | Via Messina, 55 - 20154 Milano | tel +39 0249752286 | Sito | Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
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Tante volte mi sono sentito fare questa domanda. Noi vegetariani/vegani a volte ci sentiamo isolati e soli nella nostra scelta non sapendo che siamo moltissimi.
Basta chiedere ai vostri amici quanti vegetariani o vegani conoscono e ne saltano fuori sempre due o tre almeno.
Secondo i dati in circolazione, per ora parrebbe che di vegetariani propriamente detti in Italia ne vivano 7 milioni; i vegani sarebbero circa 800 mila con forte concentrazione al Centro-Nord, in particolare a Roma e Milano.
Quando si organizzano eventi rivolti al mondo vegetariano vi consiglio di partecipare e andare a conoscere altre persone che hanno fatto questa scelta. Il mondo vegan/vegetariano è composto di persone sensibili ai temi dell’animalismo e dell’alimentazione e possiede al suo interno gente proveniente dalle estrazioni più vaghe. Anche gli stili di vita sono i più diversi, essendo la vita vegetariana e vegana personale e basata su una filosofia.
Alle cene vegan/vegetariane non di rado vi capiterà di vedere allo stesso tavolo un avvocato con un hippy o un medico con un seguace di dottrine orientali. Queste differenze a volte sono fonte di arricchimento personale mentre altre volte sono viste come un limite: si può ragionare e relazionarsi con la persona che si ha davanti per quello che è, oppure si può essere soggetti a congetture o parametri sociali. In base al proprio punto di vista, infatti, varia la percezione positiva, o negativa degli incontri vegetariani.
Ma oltre all’aspetto numerico quanti tipi di vegetarismo esistono?
Il termine “vegetariano” fece la sua prima comparsa nel 1847, più precisamente il 30 settembre di quell’anno, quando venne ufficialmente utilizzato da Joseph Brotherton a Nothwood Villa, nel Kent, Inghilterra, in occasione della riunione inaugurale della Vegetarian Society del Regno Unito. La parola deriva dal latino “vegetus”, che significa integro, sano, vigoroso, vivo. Prima del 1847 chi non si nutriva di carne era generalmente denominato “pitagorico” o “aderente al ‘sistema pitagorico’”, in riferimento a Pitagora, antico filosofo-matematico greco e vegetariano. La definizione originale di “vegetariano” comprendeva anche la dicitura “con o senza uova o latticini” e tale definizione viene utilizzata ancora oggi dalla Vegetarian Society. Tuttavia, la maggior parte dei vegetariani in India esclude il consumo di uova dalla propria dieta, così come avviene anche nei Paesi del Mediterraneo, analogamente a quanto faceva Pitagora.
Nella società di oggi i vegetariani vengono così classificati:
Vegetariano o Lacto-Ovo vegetariano è colui che esclude l’utilizzo di animali uccisi (carne, pesce, salumi ecc..) e parti del suo corpo (strutto, lardo, bottarga, …)
Ovo-vegetariano è un vegetariano che esclude il consumo di latte e latticini dalla propria dieta (burro, latte, mozzarella, formaggi, …) e per coerenza utilizza solo uova biologiche ripudiando la pratica dell’allevamento in batteria e a terra.
Lacto-vegetariano è un vegetariano che esclude dalla sua dieta le uova ma usa latte e latticini.
Vegan/Vegano/Vegetaliano è colui che decide di non nutrirsi di nessun alimento di origine animale, considerato superfluo, e si ciba di tutto ciò che il mondo vegetale ha da offrire. Questo tipo di dieta non mostra alcun tipo di carenze fatta eccezione della vitamina B12 che va integrata. Le condizioni igieniche di frutta e verdura di oggi non consentono all’uomo di assumere la quantità necessaria di vitamina B12. Per quanto sia rara la carenza di questa vitamina consiglio di integrare questo tipo di alimentazione con latti vegetali o cereali fortificati per mantenersi in salute.
All’interno della famiglia vegana troviamo i Crudisti che si nutrono esattamente come i vegani solo che i loro alimenti non passano attraverso la fiamma. Nulla nell’alimentazione crudista viene cotto. Questa pratica ha il vantaggio di mantenere intatto l’apporto vitaminico, proteico e minerale degli alimenti. Non essendo sottoposto a cottura il cibo conserva tutte le sue proprietà. Bilanciare questo tipo di dieta richiede informazione e, salvo la monotonia che potrebbe portare, è salutare tanto quanto quella vegana o vegetariana.
Fruttariano a differenza di quello che hanno fatto credere in un film, non mangia solo frutta, nè tantomeno solo ciò che cade dagli alberi. Il fruttariano si nutre di tutti quegli alimenti vegetali che per essere raccolti non rovinano la pianta d’origine. Per lo più si cibano di frutta (da lì il nome) e sono tutti crudisti.
Tutto ciò che discosta da questa classificazione non è da considerarsi vegetariano, cibarsi saltuariamente di alimenti animali non fa parte del mondo vegetariano così come nutrirsi di pesce.
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