Al via la stagione concertistica "Primavera di Baggio"- Intervista con il direttore artistico, il pianista Davide Cabassi
Al via la stagione concertistica “Primavera di Baggio”, giunta alla dodicesima stagione, nell’ambito del progetto STORIE DI BAGGIO - Musica tra passato, presente e futuro.
Alla periferia di Milano la grande musica come collante di una comunità e forma di espressione collettiva, a conferma che la periferia è il luogo di elezione di una trasformazione socio-culturale percepita come necessaria.
Primo appuntamento venerdì 03 maggio, alle ore 19.45, con “Incontri sul sagrato”, aperitivo offerto dall’associazione “Primavera di Baggio” e, a seguire, con inizio alle 20.45, con il Concerto di apertura, ad ingresso libero, presso la Chiesa Vecchia di Baggio (Via Ceriani 3, Milano).
Titolo del concerto sarà “Danze ungheresi” e sarà dedicato alla musica di Brahms nella sua declinazione vicina all’elemento folklorico zigano (violino: Edoardo Zosi, viola: Benedetta Bucci, violoncello: Erica Piccotti, pianoforte: Davide Cabassi e Tatiana Larionova.)
Il concerto prende avvio con il primo volume delle celeberrime Danze Ungheresi per pianoforte a quattro mani di Johannes Brahms (1833-1897), omaggio del compositore amburghese alle atmosfere respirate in giovane età quando, per guadagnarsi da vivere, suonava in piccoli complessi della città portuale. In questa esperienza di genti, culture e musiche variegate deve essere rintracciata la fonte delle sue prime ispirazioni etnomusicali.
Queste Danze si contraddistinguono dunque per uno spiccatissimo senso melodico e per gli scatenati ritmi di danza.
Il discorso cameristico brahmsiano prosegue con il Quartetto con pianoforte n. 1 in sol minore, op. 25, che si sviluppa fra malinconia, classica linearità, chiaroscuri sonori e Romantische Stimmung; il finale, indiavolato, Rondò Alla Zingarese richiama quelle danze ungheresi dai ritmi travolgenti e festosi così magistralmente trascritte da Brahms.
A seguire le “Danze Ungheresi” quattro appuntamenti dedicati ai concerti per pianoforte solo (protagonisti Luca Rasca, Marco Scolastra, Domenico Cadispoti, Massimiliano Motterle); “La Follia del Prete Rosso”, un concerto in quartetto completamente dedicato al genio di Antonio Vivaldi, “Souvenir de Florence”, che contempla l’esecuzione del capolavoro assoluto del repertorio da camera concepito da Čajkovskij come affettuoso tributo alla città di Firenze e composizioni di Schumann; una autentica immersione nel modo della musica classica russa (Mussorgsky, Rachmaninoff, Čajkovskij e Shostakovich) con “Un romanzo russo”, recital per soprano (Yana Kleyn) e pianoforte (Tatiana Larionova).
In chiusura, domenica 31 maggio 2024, ore 20.45, l’energia de I Percussionisti del Puccini di La Spezia, che presentano un programma contemporaneo e raffinato (da Astor Piazzolla a Steve Reich, da Chick Corea a Elio Marchesini, direttore dell’ensemble.)
Nerospinto ha incontrato il pianista Davide Cabassi, top-prize winner con Van Cliburn International Piano Competition 2005 e Direttore Artistico della stagione concertistica “Primavera di Baggio”,da lui fondata con la moglie, la pianista russa Tatiana Larionova, con la finalità di un rilancio culturale della periferia disagiata della sua città, mediante il coinvolgimento dei più piccoli e attraverso una benefica “invasione” degli gli spazi associativi (specie quelli riscattati dalle mafie).
Davide Cabassi è uno dei più affermati pianisti della sua generazione e vanta esibizioni con le maggiori orchestre europee ed americane, ha suonato per le più importanti realtà musicali italiane ed estere, invitato sia in Europa che in più di 35 Stati Americani, in Cina e in Giappone in sale quali la Carnegie Hall a New York, Rachmaninoff Hall a Mosca, Gasteig a Monaco di Baviera, Mozarteum a Salisburgo, Louvre e Salle Gaveau a Parigi, Forbidden City Hall e NCPA a Pechino, Roque d'Antheron e Tiroler Festspiele.
Una lunga collaborazione con il Teatro alla Scala lo ha condotto a suonare per étoile quali Roberto Bolle, Svetlana Zacharova, Massimo Murru e Sylvie Guillem.
È docente presso il conservatorio Monteverdi di Bolzano e artist in residence del Col-Legno festival, del Tiroler Festspiele Erl e dell’Accademia Montegral.
La Primavera di Baggio è giunta ormai alla sua dodicesima edizione. Come è nato questo progetto e con quali intenti?
Il progetto è nato dalla volontà di Tatiana Larionova e mia di portare, anche lontano dal centro città, bellezza, luce e condivisione. Abbiamo suonato con i migliori musicisti italiani ed internazionali regalando al quartiere stagioni che forse neanche nelle grandi sale avrebbero trovato. Con un approccio informale ed una accoglienza familiare, ad ingresso rigorosamente gratuito. Aperto a tutti, a chi conosce e chi invece vuole conoscere, a chi è solo curioso e a chi è capitato. E soprattutto aperto a ragazzi e bambini, anche piccolissimi.
Protagonista della stagione 2024/2025 della Primavera di Baggio è il progetto biennale “Storie di Baggio- Musiche tra passato, presente e futuro”. Vuole raccontarci come è articolato il progetto e quali sono le sue finalità?
Il progetto sintetizza nel suo insieme gli elementi principali che hanno caratterizzato il Festival concertistico nel corso degli anni, con l’obiettivo di promuovere una Comunità capace di riconoscersi e identificarsi in valori comuni, a partire dalla memoria collettiva.
Svilupperemo eventi legati alla memoria storica, al rafforzamento della rete associativa, alla sensibilizzazione per il restauro dell’Organo e della Chiesa Vecchia, alla partecipazione attiva delle giovani generazioni. Si tratta di interventi che abbiamo sempre promosso, e che, attraverso il progetto, abbiamo rimesso in ordine, in una forma più organizzata e, speriamo, coinvolgente.
Il progetto è realizzato con il contributo di Fondazione di Comunità Milano.
I vostri concerti sono tutti a ingresso gratuito, è un bel segnale di inclusività, oltre che un incentivo alla fruizione della grande musica anche in luoghi diversi da quelli deputati a questo tipo di ascolto e dunque meno formali. Quali sono le vostre aspettative circa l’affluenza alla stagione 2024?
Se tutto andrà come auspichiamo, e come vuole la tradizione, avremo sempre la chiesa vecchia stipata di gente entusiasta ogni venerdì. Circa trecento persone pronte ad accogliere la nostra proposta.
Primavera di Baggio fa rima esclusivamente con musica cameristica o c’è una generale apertura anche ad orizzonti musicali diversi?
Negli anni abbiamo davvero toccato generi diversi: il focus è certamente il pianoforte e la musica da camera, ma abbiamo spaziato nella musica sinfonica, corale, abbiamo avuto serate di musica barocca come anche di jazz, di kletzmer, e una memorabile serata dedicata al prog anni settanta.
La periferia è una fabbrica di idee, è la città del futuro, nelle parole di Renzo Piano. E’ d’accordo con questa idea della periferia come luogo elettivo di trasformazione sociale e culturale?
Sono molto d’accordo. La vita associativa e l’urgenza di bellezza che abbiamo trovato a Baggio ci ha travolti, sorpresi e incoraggiati. Qui è davvero possibile, partendo dal basso, dalle persone, costruire un tessuto sociale basato su rapporti umani sinceri e sulla ricerca di un tempo vissuto e non subìto.
Lei ha debuttato a soli tredici anni con l’Orchestra Sinfonica della Rai di Milano, che ricordo ha di quella esperienza e, più in generale dei suoi inizi?
Tempi lontani, bellissimi e faticosi. Ricchi di lavoro e di soddisfazioni, che ora spero stiano dando i loro frutti.
Ad una serrata attività concertistica affianca un’intensa attività discografica e di docenza. Quale “dimensione” le è più congeniale?
Amo tutti gli aspetti del mio lavoro. Suonare è vita, insegnare è trasmettere ed imparare. Per me conta solo poter essere sempre a contatto con la cosa che amo di più al mondo: la musica.
Di quale autore consiglierebbe l’ascolto ad un profano che volesse avvicinarsi al mare
mare magnum del repertorio cameristico?
Domanda difficile: forse consiglierei il quintetto di Dvorak, così fresco ed accattivante… Magari ad ottobre lo mettiamo in stagione!