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Dal 7 giugno Fondazione Cineteca Italiana, presso Cinema Spazio Oberdan, presenta Valentina Cortese. La diva, un omaggio alla protagonista assoluta del mondo del cinema e del teatro internazionali, con un film (Diva! di Francesco Patierno), una rassegna in 10 lungometraggi e una mostra fotografica.

Dal 25 al 28 giugno il Castello Sforzesco di Milano presenta ENJOY THE TABLE, un meraviglioso viaggio alla scoperta del cibo in tutte le sue forme. Una kermesse unica nell'ambito di EXPO IN CITTA' che promuove benessere, innovazione, cultura e sostenibilità organizzata dalle Associazioni ART, Arti della Tavola e del Regalo, e ALTOGA, Associazione dei torrefattori lombardi e importatori di caffè e dei grossisti alimentari, promosso da Confcommercio Milano Lodi Monza e Brianza.

Un progetto che unisce le tradizioni gastronomiche italiane conosciute ed apprezzate in tutto il mondo con con il piacere della condivisione, un percorso che accompagnerà i visitatori dalla prima fase di preparazione del cibo fino all'ultima, l'allestimento della tavola.

ENJOY THE TABLE è anche social, infatti è sostenuto da una piattaforma digitale strutturata e articolata attraverso una strategia di comunicazione mirata sui principali social media che punta all'interattività come fattore chiave che permette a tutte le imprese aderenti di costruire o espandere una fitta rete di relazioni internazionali, grazie all'appartenenza a una rete di imprese di eccellenza.

PROGRAMMA:

GIORNO 1 - Essere e benessere

L'alimentazione sana e corretta costituisce la base del benessere individuale che si riflette su quello della comunità di cui ognuno di noi fa parte. Fondamentale quindi è puntare sempre alla qualità, dalle materie prime per creare i piatti, alla cottura dei cibi, fino all'imbandire la tavola.
GIORNO 2 - Tradizione
La cucina italiana è conosciuta ed apprezzata in ogni parte del mondo per la sua storia e la sua tradizione culinaria. La riscoperta di sapori autentici, luoghi e tecniche di produzione permette di conoscere un patrimonio di valori che sono fondamentali per salvaguardare e far crescere sempre più il Made in Italy.
GIORNO 3 - Street food
L'arte della creatività è fondamentale per chi, nella vita di tutti i giorni, non ha tempo a disposizione per riunire la famiglia intorno alla tavola. Ingredienti mixati in maniera anticonvenzionale e serviti in contenitori mignon diventano un nuovo modo di pranzare mantenendo comunque viva la tradizione culinaria italiana. Cibo itinerante ricco di sensazioni, piacevolmente segnato dall'aroma del caffè.
GIORNO 4 - Feste
In occasione delle feste o di particolari ricorrenze la tavola si trasforma in un tripudio di gusto e colori. Ogni occasione può trasformarsi quindi in un modo per stare insieme che parte dalla scelta di tovagliati e stoviglie, senza dimenticare di assaporare una miscela speciale di caffè.

Di seguito tutte attività organizzate: https://www.milanoweekend.it/wordpress/wp-content/uploads/2015/06/programma_agenda_castello.pdf

PROSSIMI APPUNTAMENTI:

12 - 15 settembre ENJOY THE TABLE A HOMI (Rho, Fiera Milano)

http://enjoythetable.com/it/eventi/enjoy-the-table-a-homi

23 - 27 ottobre ENJOY THE TABLE A HOST (Rho, Fiera Milano)

http://enjoythetable.com/it/eventi/enjoy-the-table-a-host

INFO:

ENJOY THE TABLE - Castello Sforzesco - Piazza Castello, Milano

25 - 28 giugno dalle ore 9.00 alle 18.00

http://enjoythetable.com/it/home

https://www.facebook.com/enjoythetable

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Nato nel 1909, il Taveggia è una pasticceria storica di Milano, di raffinata bellezza ed eleganza. Proprio per questo motivo è spesso frequentato da politici ed esponenti culturali milanesi.

Le vetrine e il bancone risalgono al 1909 e ancora oggi si rimane ammirati dalla preziosità dei legni e dalle splendide decorazioni. Anche la sala da tè conserva l’atmosfera di inizio Novecento ed è arredata in stile decò, ampia e molto luminosa. Salottini, poltroncine, cristalli e lampadari scenografici sorprendono per la loro eleganza.

Un ottimo cappuccino e una vastissima scelta di brioches – preparate con estrema cura dal pasticcere del Taveggia – renderanno piacevole la vostra giornata fin dalla prima colazione.Da non farsi sfuggire le ottime torte al limone, i budini al riso e i marron glacé.

 

Taveggia Via Umberto Visconti di Modrone 2 0276280856 www.taveggia.it Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

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Arriva il 17 novembre al Teatro Manzoni di Milano lo spettacolo “Il suono della voce – Confini e sconfini di un viaggio in musica”, versione teatrale de “Il suono della voce”, ultimo disco di Tosca che ha preso il nome dall’omonima canzone scritta per lei da Ivano Fossati.

 

“Il suono della voce” è un ambizioso progetto che segue la ricerca della novità, leitmotiv della carriera della cantante romana. Dopo “Romana” e “Sto core mio”, omaggi a mostri sacri della musica italiana come Gabriella Ferri e Roberto Murolo, Tosca ha infatti deciso di imbarcarsi in un viaggio nella musica proveniente da tutto il mondo, cimentandosi con canzoni edite, inedite, adattate, in lingua originale o stralciate.

La regia dello spettacolo è affidata a Massimo Venturiello, suo compagno nella vita, mentre la Bubbez Orchestra supporta Tosca nel passaggio tra nuovi brani scritti appositamente per lei, altri già noti, arrangiamenti innovativi e interpretazioni in lingua originale che provengono dalla tradizione libanese, yiddish, giapponese, portoghese, napoletana e romana.

 

Obiettivo dichiarato è il raggiungimento del piacere dei sensi. Non è importante infatti il punto d’arrivo del viaggio-spettacolo ma il coinvolgimento dello spettatore nella canzone, nelle luci e nella magia proveniente dal palco è il fine ultimo del progetto di Tosca.

 

 

Info

 

Tosca

Il suono della voce – Confini e sconfini di un viaggio in musica

Lunedì 17 novembre – ore 20.45

 

Teatro Manzoni

Via Alessandro Manzoni, 42, 20121 Milano

Tel. 02 7636901

 

Biglietti

Poltronissima € 30,00

Poltrona € 25,00

 

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Lo Yoga rappresenta, più che una disciplina, un'esperienza dinamica e interiore di una contemporaneità senza pari.

A differenza dei meri esercizi ginnici lo Yoga tradizionale mette il praticante in una condizione di stabilità e piacere sia fisici che mentali, portandolo a comprendere che ciò che si cerca è sempre all'interno e non all'esterno del proprio essere.

 

Non a caso lo Yoga, nel corso dei secoli, è stato, ed è tutt'ora, una perfetta e felice fusione del Sé con il corpo, i sensi, la mente e l'intelletto. E' una pratica che trascende il fisico pur non dando meno importanza a quest'ultimo; per il raggiungimento di uno stato mentale e psicologico ottimale, il praticante ha bisogno che il proprio corpo sia in perfetta salute.

Le Asana tradizionali, antiche forme che prendono vita sul nostro corpo, sono la chiave d'accesso a uno stato di piacere più profondo permettendo alla mente di fidarsi maggiormente del proprio sistema muscolare e allo stesso tempo di creare spazio in una testa che, spesso è volentieri, è come una stanza affollata da “ciafrusaglie di sorta”.

 

Le Asana che ci sono state tramandate insegnano un altro importante concetto: assumere qualsiasi forma, da un albero a un bastone a un triangolo, quando lo si desidera.

Lo Yoga tradizionale è un metodo di evoluzione spirituale, anche se le sue tecniche possono essere benefiche per il trattamento di molti disturbi e, se sufficienti, sono preferibili alle terapie violente con controindicazioni di genere. Lo spirito dello Yoga è un orientamento alla propria vita che non si interrompe una volta usciti dalla sala di pratica. Per questo i testi classici pongono all'inizio del cammino dello Yoga alcune regole di comportamento fra le quali, molto nota in Occidente, vi è la non-violenza.

 

L'uomo contemporaneo, purtroppo, vive bombardato fin dalla sua nascita da stimoli estremamente invasivi che, man mano, lo allontanano dalle sue meravigliose e innate qualità.

 

Si cerca sempre qualcosa “fuori”,nel mondo esterno, non capendo che, alla fine, una risposta o una soluzione risiedono, e sempre risiederanno, all'interno del proprio corpo, del proprio io, del proprio respiro e della propria mente.

Basta cambiare il punto di vista dal quale si guardano i problemi. Cambiare il “buco della serratura”, spesso troppo piccolo e limitato, dal quale si spiano intimoriti le proprie paure.

Il cittadino contemporaneo ha dis-imparato ad ascoltare i propri sensi e a sfruttarli al massimo per cambiare le proprie vedute e per realizzare che alcune azioni sono meramente dettate da automatismi imposti dalle regole sociali.

 

Lo Yoga, offrendosi come pratica che mira all'evoluzione spirituale umana, non fa altro che aiutare a cambiare lo sguardo con cui osserviamo i problemi, l'udito con cui ascoltiamo la nostra coscienza, la parola con la quale comunichiamo all'esterno, il tatto con cui sentiamo lo stress della vita di tutti i giorni. Lo Yoga non regala una bacchetta magica per risolvere i problemi ma un nuovo modo di guardarli.

Assieme alla pratica ci sarà anche un miglioramento di alcuni problemi legati al nostro corpo fisico, non dimentichiamo che la colonna vertebrale e le fasce muscolari giocano un ruolo chiave nella pratica yogica. E' l'unione di tutte queste parti che fa dello Yoga tradizionale uno strumento preziosissimo nelle società occidentali.

Il praticante riscopre il piacere di ricollegarsi con se stesso, di sviluppare concentrazione e rilassamento che lo aiutano a focalizzare la propria attenzione sul presente, portandolo a uno stato mentale più “arioso” e recettivo.

 

 

 

Namasté,

Vittorio Pascale

 

Allievo praticante di Yoga Integrale presso il Centro Parsifal Yoga, Milano

Fondatore della pagina Fb: Yogamando_ Studioso e praticante di Buddhismo Tibetano

hai domande? Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

 

Molte volte si crede che,per riuscire a cogliere i veri cambiamenti o benefici portati dallo Yoga, il praticante debba assolutamente assumere posizioni complicatissime piuttosto che saper toccare con le punte delle dita i propri piedi, esser snodatissimo, ecc ecc.

 

Ebbene. No, non è affatto così.

 

Sono anche i piccoli gesti, le Asana più semplici e i movimenti più lineari e naturali, a  portare piacere e qualità mentale all'interno del corpo.

Si pensi al fatto che quasi nessun esser umano, tanto meno un uomo occidentale, che non è abituato fin da piccolo alla pratica dello Yoga, può svolgere tutte le Asana della tradizione e quelle di nuova concezione ideate in tempi più moderni.

 

Allora, domando, solo chi è più flessibile o snodato può cogliere i significati della pratica dello Yoga e capirne l'essenza?

 

Ennesimo no. Non è affatto così.

 

La straordinarietà dallo Yoga, o uno dei suoi addendi considerati tali, sta nel fatto che ogni essere umano ,a qualsiasi livello fisico si trovi, riesce ad accedere a uno stato mentale diverso, a un benessere psichico potenziato e anche a una condizione fisica che, man mano, migliora nel tempo.

Perché?

 

Perché la vera differenza della pratica non risiede nel riuscire ad eseguire tutte le posture bensì nell'atteggiamento con cui le si eseguono.

Alcuni atteggiamenti possono essere:

-       realizzare che la dimensione in cui si pratica è il presente

-       tutti e 5 i sensi sono sull'attenti e recettivi

-       attenzione mentale, quasi analitica, sui movimenti e gesti che si compiono

-       visualizzazione dei canali energetici che si attivano respirando

-       attenzione al respiro

-       vacuità della mente nel momento della pratica

 

Ho citato qualche caratteristica fisica per caso?

 

Ennesimo no. Perché il fisico risulta esser uno strumento strettamente dipendente dalla mente e, di conseguenza, anche ai blocchi inconsci che pian piano si sviluppano nella propria vita.

Si può considerare il corpo come un giocattolo e la mente come le batterie che lo attivano: se queste sono scariche il giocattolo va a rilento o si ferma del tutto. Se le batterie non vengono inserite per un tot di tempo si corre il rischio che il gioco non riparta più.

 

Ovviamente non voglio nascondere il fatto che anche una determinata predisposizione fisica può aiutare nella pratica ma attenzione.

Per chi riesce ad eseguire tutte le Asana o la maggior parte di esse il quesito è un altro: quanto si eseguono con consapevolezza? Le Asana sono soggette a un certo grado di automatismo dato che si è arrivati a una certa flessibilità corporea e quindi si possono eseguire anche se si sta pensando a cosa cucinare per cena?

 

Quando Patanjali dice che le Asana devono esser stabili e comode di certo non diceva: si, risveglia il sistema muscolare che poi magari puoi pensare ai fatti tuoi mentre pratichi!

 

E' più recettivo un allievo che sembra un “insetto incriccato” all'esterno ma che lavora bene sulla propria mente che un allievo “circense” che esegue le Asana a comando.

 

Namaste,

Vittorio Pascale

 

Allievo praticante di Yoga Integrale presso il Centro Parsifal Yoga, Milano

Fondatore della pagina Fb: Yogamando_ Studioso e praticante di Buddhismo Tibetano

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Oggi vi presentiamo la famiglia Wu. Tra le prime ad aver portato a Milano la cucina fusion, arte culinaria che combina ingredienti provenienti da tradizioni culinarie diverse per creare menu e piatti elaborati, saporiti e fantasiosi.

Milano è la città d'eccellenza di scambi multiculturali e incontri, la si può considerare la culla di una cucina ricercata e raffinata, nata dalla curiosità di scoprire e comprendere l'altro e il diverso. In questo l'arte culinaria di Taiyo è una sicurezza.

Già presente in città con diversi ristoranti, ha inaugurato nel mese di marzo in Viale Monza Tayo Sushi Restaurant, una perfetta combinazione tra modernità e tradizione. E' una versione contemporanea del classico ristorante giapponese, dove i piatti sono sapientemente combinati in un raffinato equilibrio di sapori.

Wu Taiyo è il luogo ideale dove poter vivere e condividere un'esperienza multisensoriale: la preziosa location, superbi piatti e l'atmosfera che si respira creano un perfetto connubio tra Occidente e Oriente. L'ambiente è sapientemente studiato e arredato dall'architetto, scenografo e designer Maurizio Lai.

Wu Taiyo Sushi Restaurant è l'oasi perfetta per tutti coloro che amano la cucina giapponese contemporanea, originale, cosmopolita.

Per tutto il mese di ottobre e novembre, aggiungendo un like alla loro pagina Facebook si avrà la possibilità di acquistare una bottiglia del pregiato Champagne Moet-Chandon a soli €40.

Inoltre il ristorante ha una convenzione con Autogarage Loreto di Viale Monza, così. presentando il biglietto timbrato della cena avrete 2 ore di parcheggio gratuite.

Indira Fassioni 

Wu Taiyo Sushi Restaurant - viale Monza 23, Milano.

tel. 02 26113972

Aperto pranzo e cena. Chiuso il lunedì a pranzo.

www.wutaiyo.com

Il Mali incontra Milano in una serata da non perdere!

Rokia Traorè, una delle più innovative cantanti e compositrici africane, porta in scena il suo nuovo album, "Beautiful Africa", scritto in tre lingue: Bambara (originario dell'Africa Occidentale), inglese e francese.

Rock e tradizione si uniscono nell'ultimo lavoro discografico della Traorè, che nei sui testi parla di sè cosi come dei problemi che affliggono il suo Mali, terra martoriata dalla povertà ma ricca di cultura e musica.

Un'occasione per volgere il nostro sguardo al di là dei consueti orizzonti, per scoprire una cantante di razza, vera e propria punta di diamante della nuova generazione di african rockers.

 

Rokia Traorè in concerto

lunedi 15 luglio

Start h 21.30

Ingresso 15 euro

 

Presentazione del libro Expopolis @SPUNC

Start h 19.30

 

 

Carroponte

via Granelli,1

Sesto San Giovanni (Mi)

 

Per maggiori informazioni:

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http://www.carroponte.org/

 

 

Nerospinto è cultura a 360 gradi, è sguardo sul mondo e sulle tendenze, attento ad ogni cambiamento e trasformazione in atto e, nel suo spirito “cosmopolitartistico”, non poteva non raccontarvi di “God Save The Green”, film documentario prodotto dall’emiliana Mammut Film e distribuito dalla Cineteca di Bologna, con un fitto calendario di proiezioni in circuiti indipendenti.

 

Associazioni culturali, cineteche e amministrazioni pubbliche stanno ospitando in queste settimane l’ultimo lavoro dei filmakers Michele Mellara e Alessandro Rossi, attivi da un ventennio sul fronte del documentario (e non solo), che ci portano in giro per il mondo – Marocco, Brasile, Kenya, Germania e Italia – in una perfetta fusione di realtà e di estetica dell’immagine, in una dimensione insieme poetica e conoscitiva.

 

La terra, nuda e nera, pronta ad accogliere i semi per riempirsi e riempire di verde città, villaggi, persino terrazze metropolitane: da questo punto di partenza - denominatore comune di una ricerca scientifica prima che artistica, portatrice di contenuti con un linguaggio diretto e antididascalico - i personaggi incontrati rivelano come sia ancora possibile guardare in basso, uscire dalla logica dei centri commerciali, dalla povertà e dalla dittatura del cemento semplicemente coltivando la terra.

 

Un nuovo modo di stare insieme, di condividere tempo e spazi ma anche di guadagnare, inventandosi nuove tecniche di coltura a costo zero, come è successo alle donne di Teresina, in Brasile, felici di dedicarsi insieme alla produzione di nuovi ortaggi, in una valorizzazione dell’ambiente che diventa anche riqualificazione sociale.

Sulla stessa lunghezza d’onda si viaggia a Berlino, dove può succedere di trovare gruppi di cittadini chini sul terreno per curare le piante disseminate in uno spazio comune, dove tutti possono essere parte di un orto dai confini urbani, esperienza che anche in Italia si sta facendo largo negli ultimi anni da nord a sud, riscoprendo un valore in via di estinzione in contesti cittadini, laddove le nuove generazioni scoprono frutta e verdura tra le corsie dell’ipermercato perdendo sapori, odori e sensazioni di antichissima tradizione.

 

Ma in Italia, nel pieno centro di Torino, c’è chi ha sfidato qualunque legge agronomica e ci mostra in tutto il suo splendore un giardino pensile pieno di colore, invasione di campo positiva nelle strette maglie urbane. E c’è chi si spinge addirittura oltre, come Franziska, che a Berlino scatena una guerilla a suon di fiori con il pacifico obiettivo di portare il bello dove regnano sterpaglie e abbandono.

 

Il cambiamento è in atto, è possibile insomma, ad ogni latitudine, basta solo guardarsi intorno e soprattutto guardare in basso, scendere dagli ascensori e dalle scale mobili dei Supermalls per riconquistare la terra, perché “God Save The Green” è storia di tutti, o almeno aspira a diventarlo, contaminando pensiero e azione.

 

Per il calendario delle proiezioni e per altre informazioni sul film è visitabile il sito web ufficiale http://godsavethegreen.it/italiano/.

 

 

Noi donne amiamo completare il nostro look con un piccolo gioiello. Ancor di più quando si tratta di piccole opere d’arte come  i gioielli-scultura di Titaniumart. Dalla creatività ed esperienza di due artisti milanesi, Cristina Aldrighi e Geremia Renzi, nascono opere in titanio, 100 % Made in Italy realizzate interamente a mano. In ogni piccolo gioiello in titanio fluisce arte, creatività ed ingegno, che si fondono per creare pezzi unici ed intriganti. Creazioni sorprendenti ed inimitabili! Cristina e Geremia hanno creato la collezione ReALTirany:  gioielli scultura, da indossare, che si ispirano alla natura  e all’universo. Pezzi preziosi ricchi di dettagli in un perfetto equilibrio tra tradizione e innovazione. La scultura diventa così un bracciale, un anello, una collana. Gioielli “vestiti di colore” perché il colore di ogni scultura nasce dall’anodizzazione del titanio. Spettacolari rifazioni di luce per vere e proprie opere d’arte da indossare! I gioielli ReALTirany sono magia per dare un tocco di originalità alla tua femminilità.

Sara Biondi

 

Per informazioni: TITANIUMart di Cristina Aldrighi e Geremia Renzi www.titaniumart.eu

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Direttore Responsabile
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Se vuoi scriverle: direttore@nerospinto.it

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