La Belle Époque da Boldini a De Nittis
Nerospinto vi invita a riscoprire i bei tempi andati in un nostalgico, decadente e non convenzionale ritorno alle origini della modernità dell'arte e della cultura europee, perdendosi tra i dipinti degli anni di maggior splendore delle capitali, del lusso spensierato e dell'età dell'oro della Ville Lumière.
La Belle Époque torna infatti a far parlare di sé alla Galleria Bottegantica in via Manzoni a Milano, dove un'esposizione che si tiene dal 25 ottobre al 21 dicembre permette di ammirare una serie di opere di alcuni dei più importanti pittori italiani degli ultimi anni dell'ottocento, tra i quali Giovanni Boldini, Caputo Ulisse, Giuseppe De Nittis, Federico Zandomeneghi, Antonio Mancini, Pompeo Mariani ecc.
Entrando ci si trova letteralmente circondati dai dipinti, donne maliziose, eleganti, semisvestite e seducenti ci osservano dalle pareti, figure impegnate in attività quotidiane e divertimenti vari o in pose maliziose. Le opere non seguono un percorso studiato ma semplicemente ci osservano, come noi osserviamo loro, e si affollano, senza lasciarci lo spazio per crearci un orientamento mentale tra questi capolavori di altri tempi.
Belle Époque non è solo un termine entrato con forza nel linguaggio comune ma descrive un'intera epoca, quella a cavallo tra il finire dell'ottocento ed il secolo successivo, fino allo scoppio della Prima Guerra Mondiale. Un'epoca che fu per l'Europa di fasti e scoperte scientifiche, un periodo di divertimenti e benessere, di pace e prosperità, di progresso e gioiose speranze per il futuro. Un tempo insomma, in cui le capitali europee, Parigi in primis, ma anche Londra, divennero il fulcro della vita culturale ed artistica, dello sviluppo scientifico e del progresso economico e sociale. Fu il momento della nascita dell'elettricità, di mezzi di trasporto moderni come le automobili, della radio, delle origini del cinema e del manifesto pubblicitario (di questi anni le creazioni di Toulouse-Lautrec), del fondersi tra arte e produzione industriale culminata con la grande Esposizione Universale di Parigi del 1900.
Al tempo il livello economico delle classi elevate prosperava e nuovi stili di vita si andavano diffondendo, le nuove occupazioni per il tempo libero, divertimenti come circhi e teatri, lo sviluppo di locali che lasciavano spazio ai piaceri anche più licenziosi ed in cui la morale spesso cedeva al vizio ed al lusso. Si diffondevano le vacanze, le passeggiate e le danze. Nascevano in quegli anni l'Impressionismo e l'Art Nouveau, il Can Can ed il Cabaret. Si dipingeva una vita sfarzosa e brillante nelle grandi capitali europee ed in particolare a Parigi, si delineava una vita cosmopolita ed a tratti artificiale, supportata dalla convinzione che il novecento avrebbe portato progresso e felicità.
I riferimenti culturali e filosofici sono all'artista ed al letterato cosmopolita e vagabondo, all'intellettuale che si perde tra le folle nella grande città o si stordisce i sensi nei caffè, al poeta che ha perso la sua aureola per la strada, al Flâneur descritto da Benjamin e da Baudelaire in "Le peintre della vie moderne":
"Girovagare nel flusso continuo e inarrestabile della metropoli, cercare rifugio nella folla, imprimere nella memoria le immagini di un'intensa stimolazione percettiva e infine trasferire l'effimero in 'un fantastico reale': in questo sembra condensarsi la ricerca della modernità".
La selezione di dipinti e disegni che si accumulano in Galleria racconta di momenti d'intimità e di riti mondani, promenades e rendez-vous, gite al mare, saltimbanchi e persone impegnate nella vendemmia, lavori serali rischiarati dalla novità della luce elettrica, ci descrive la vita notturna nei teatri, i veglioni e i casinò, le virtù e i peccati di un’epoca che annuncia la modernità.
La donna diventa protagonista in queste opere; come femme fatale ma anche nel suo essere composta e morigerata, nella sua maliziosa ingenuità, nelle sue piccole ma costanti contraddizioni, che al tempo più che mai prendevano corpo mentre lo sguardo ed i costumi della società si andavano evolvendo. Una femminilità che esplode nel conflitto tra vanità e lusso, diventando icona di un tempo in cui la felicità è un obbligo, uno status necessario, irrinunciabile quanto inevitabile.
Particolare attenzione va data alle creazioni di Giovanni Boldini come "La lettera mattutina", ritratto della contessa Gabrielle De Rasty, carico di sensualità, o ancora "Nudo di donna con calze nere" altrettanto ardito. L’alta borghesia industriale e finanziaria di fine ottocento assolda i pittori per celebrare i suoi riti e la sua smagliante esuberanza attraverso i ritratti delle sue donne. Così in Francia, ma anche in Italia. I “Bei Tempi” italiani furono forse meno intensi di quelli parigini, ma sempre seducenti e irripetibili.
I soggetti sono per certi versi gli stessi che furono quelli dell'Impressionismo sviluppatosi dopo la metà dell'ottocento; le toilette femminili, i nudi, le passeggiate nei prati, scene di gite e viaggi, vie cittadine, caffè e balletti, i dietro le quinte dei teatri, il circo.
I pittori impressionisti mostrano molto bene lo spirito degli inizi della Belle Époque: dipingono l’agitazione e l’animazione delle vie e dei boulevard (La Rue Montorgueil; Fete du 30 juin 1878 di Claude Monet, 1878), gli interni dei teatri, l’ambiente di festa nei giardini parigini (Un dimanche après-midi à la Grande Jatte dei Seurat, 1886), i saloni, i bar (Un bar aux Folies-Bergère di Manet, 1882), i café-concerto (Le Café-Concert di Degas, 1877), i balli (Le Bal du Moulin de la Galette di Renoir, 1876), per questo tra i vari movimenti artistici di quegli anni la prima associazione che salta alla mente è quella con il movimento Impressionista, anch'esso ritraeva istanti di vita reali delle classi più agiate.
Immagini di un passato che non ritornerà, le atmosfere ritratte hanno in parte perduto quell'aria un po' artificiosa e da allegra rivista patinata, per rientrare in un immaginario carico di nostalgia e di rimpianto per ciò che era una volta, ed ora non è più.
LA BELLE ÉPOQUE Da Boldini a De Nittis a cura di Enzo Savoia e Stefano Bosi
Milano, Galleria Bottegantica (via Manzoni 45) 25 ottobre – 21 dicembre 2013
Orari: martedì – domenica 10.00-13.00; 15.00-19.00 Chiuso lunedì
Ingresso: gratuito
Informazioni: Mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. Web: www.bottegantica.com
Giovanna Canonico