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La supermodella statunitense Bella Hadid è stata scelta come testimonial del mascara Diorshow Pump & Volume, ultima creazione della maison Dior Makeup.

Secondo appuntamento con “LibrInPiazza”, la rassegna di incontri con gli autori firmata Sardò. Il 20 ottobre, a partire dalle 18.30, la piazza di Sardò ospiterà la scrittrice Cynthia Collu e il suo secondo romanzo, "Sono io che l'ho voluto", edito da Mondadori.

In una confronto con la giornalista Mariella Cortes, l'autrice racconterà una storia di violenza familiare, indagando il difficile tema del femminicidio. Oggi si parla tanto di femminicidio, dimenticando spesso che è solo la punta dell’iceberg del problema. In questo romanzo viene affrontata soprattutto la violenza sommersa, quella psicologica, non visibile, che coinvolge famiglie di qualsiasi ceto sociale, ancor più pericolosa in quanto scorre nascosta agli sguardi degli altri. Con parole "tenerissime e angosciose", come quelle usate per il romanzo d'esordio della scrittrice, "Una bambina sbagliata", Cynthia Collu racconterà agli ospiti della serata un tema delicato attraverso la raffinata arte della narrazione.

A partire dalle 18.30. i partecipanti potranno gustare l’aperitivo Sardò con i suoi cocktails a tema al prezzo speciale di 5 euro. Dopo la presentazione del libro, sarà possibile, su prenotazione, scoprire il mondo del primo Sardinian Street Food con una speciale cena: un menù degustazione al costo di 15 euro a persona.

L'autrice

Cynthia Collu nasce e cresce a Milano, dove vive e lavora tuttora. Ha insegnato lingue presso un Istituto Professionale. Artista a tutto tondo, ha frequentato l'Accademia serale di Brera, la scuola di scrittura Bachmann e seguito corsi di teatro.

Nel 2007, Collu si aggiudica il Premio Arturo Loria nella sezione inediti, con l'opera Un tappo nelle nuvole, e nel 2008, il Premio letterario Castelfiorentino, nella sezione inediti, con l'opera ''Su Biccu/L'angolo''. Esordisce nel 2009, con il romanzo Una bambina sbagliata, per Mondadori. Il romanzo si aggiudica il Premio Berto come migliore opera prima dell'anno. Nel 2010, è la volta del racconto lungo La guerra di Beba, secondo classificato nel Premio Elsa Morante sezione inediti, VII edizione, edito da Senzapatria Editore, che racconta la storia di una donna e di una gatta dispettosa, che sembrerebbe complottare per allontanarla dal suo uomo. Nel 2015, sempre per Mondadori, esce il suo secondo romanzo, Sono io che l'ho voluto.

Sinapsi del romanzo

“Se è vero che ogni famiglia infelice lo è a suo modo, quella di Miriam e Sebastiano appare dal di fuori normalmente infelice: tra loro qualche discussione, la frustrazione di fondo per una modesta vita borghese, a volte liti furiose seguite da silenzi devastanti (quanto possano essere devastanti i silenzi, Miriam lo impara presto a sue spese); poi, finalmente, la sospirata riappacificazione. Sebastiano la porta fuori a cena, le regala un oggetto desiderato o un viaggio all’estero. A Miriam questo basta per andare avanti senza porsi domande. Ma a poco a poco la vera natura di Sebastiano viene a galla; se Miriam lo contraddice e cerca di farsi valere, lui risponde ignorandola, si dimentica ostile della sua esistenza fino a che lei sente la propria volontà assottigliarsi e cede, scusandosi. Ai silenzi subentrano ben presto le parolacce, le offese, i pugni gonfi di lui che minacciano, che fanno paura, l’umiliazione di un possibile tradimento. Miriam subisce e perdona perché si sente colpevole: in fin dei conti è Sebastiano che la mantiene, che l’ha preferita a sua sorella Sara - l’eterna rivale – è lui che l’ha resa madre.

Ma quando resta sola col piccolo Teodoro e deve lottare contro il cumulo delle incombenze quotidiane e soprattutto contro il sonno che la tortura per le notti perse a causa del bambino, ecco che i suoi fantasmi ritornano, tormentandola e facendola sentire ancora una volta colpevole e non all’altezza. Fino a quando un avvenimento imprevisto la aiuterà a risalire dagli Inferi e a riscattarsi.”

Cynthia Collu scrive pagine “tenerissime a angosciose”, in cui la speranza si annida nascosta nelle pieghe della voce di una donna che non si arrende all’onda dei propri pensieri distruttivi, svalutanti e umilianti. Questo romanzo mette in luce con straordinaria forza la “normalità” della violenza familiare, quella più sottile e strisciante, che confina donne di ogni ceto sociale e luogo del mondo in una subalternità vischiosa e terribile. Miriam potrà risalire dal suo inconfessabile inferno solo quando riuscirà a guardarsi con occhi nuovi, a ritrovare l’autostima che – come lei – tante hanno smarrito: ad ammettere che avere voluto la felicità e la vita non è una colpa, ma la più grande e potente risorsa femminile.

Chiara Zanetti

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Tra commedia brillante e spy story, “Quando meno te lo aspetti” è il nuovo romanzo dell'autrice di “Volevo essere una gatta morta”, che ha ottenuto un grande successo di pubblico e di critica.

Il libro vede per protagonista Penelope Stregatti, una bambina introversa e sulle sue, che ha una nonna chiromante. Nascosta nell'armadio di casa, non vista, Penolope ascolta i segreti di tutto il vicinato e, disponendo di una memoria infallibbile, ricorda ogni storia, ogni racconto.

La nonna sogna per lei un futuro felice e, soprattutto, vorrebbe vederla sposata; per questo continua incessantemente a consultare le sue carte e a trascinare Penelope in chiesa, nella speranza che S. Nicola, protettore delle zitelle, le procuri un marito. Sforzi invano: Penelope a diciottanni lascia Bari per Milano. Vuole realizzare i suoi sogni: divenire una giornalista, girare il mondo, trovare l'amore e sposarsi.

Tuttavia, il tempo passa e Penelope a trentasei anni di sogni non ne ha realizzato neanche uno. Ha una laurea, due master in giornalismo, ma è sola, e svolge un lavoro che non l'appaga: è addetta stampa in una multinazionale di pannolini, la Pimpax Spa e nel tempo libero scrive test e oroscopi sessuali per un settimanale femminile, “Girl power”.

Sogna il grande amore, quello con la A maiuscola, ma incrocia solo uomini in cerca di sesso, con la esse minuscola però. E con i suoi amici Federico, sceneggiatore, Letizia, avvocato e Bianca, antiquaria, anche loro personaggi stravaganti, spende le giornate sperando che qualcosa di diverso prima o poi possa accadere. E quando investe con la bicicletta Alberto Ristori, rompendogli una gamba, capisce subito che questo qualcosa è arrivato. Tre mesi dopo alla Pimpax Spa arriva il nuovo amministratore delegato: Riccardo Galanti. Ma Penelope lo riconosce, è Alberto Ristori. Perché si fa chiamare in un altro modo? Perché dice di non averla mai incontrata prima? Chi è veramente quest’uomo così eccentrico e carismatico? Penelope ha paura di lui ma ne è attratta e quando arriva il momento di decidere se buttarsi o no, lei non si tira indietro, perché la vita è un’avventura e tutto può succedere, quando meno te lo aspetti.

Dall'11 al 23 marzo 2015 al Teatro Libero andrà in scena la Prima Nazionale dello spettacolo "Dell'Amore e di Altri Demoni", diretto e interpretato da Corrado Accordino.

Un omaggio al Premio Nobel Gabriel Garcia Marquez, scomparso quasi un anno fa, attraverso la realizzazione di uno spettacolo ispirato allo straordinario romanzo "Dell'Amore e di Altri Demoni".

Un'opera teatrale che cerca di restituire tutta la forza del racconto letterario originale, evocando sulla scena la poetica di Marquez con l'espediente della parola, della musica e delle immagini. Per poter realizzare questo dialogo su più livelli, in cui il corpo e le parole dell'unico attore in scena si intrecciano con immagini simboliche, è stata indispensabile la collaborazione con MicrofilmStudio di Milano.

"Dell'Amore e di Altri Demoni" è una storia dove tutti sono nel posto sbagliato e niente è quello che deve essere: la fede non è fede, i demoni non sono demoni, l'amore non è amore. Tutto è profondamente ingiusto nella vita della bella protagonista, durante gli anni della terribile inquisizione spagnola. Un racconto magico e terrificante al tempo stesso, dove l'indifferenza di un padre e la malvagità di una madre creano mostri e disincanti nel cuore dell'indesiderata figlia, che si costruirà nell'isolamento un mondo di menzogne e inganni. Finché la ragazza non verrà morsa da un cane rabbioso, e la malattia che la contagerà verrà interpretata come un segno del demonio. L'ignoranza in questa storia nasce dai libri, in seno all'intelligenza si manifestano le sue aberrazioni.

Dell'Amore e di Altri Demoni

di Gabriel García Márquez

diretto e interpretato da Corrado Accordino

animators Chiara Lorenzon e Marco Enea Spilamberto

produzione La Danza Immobile/Teatro Binario 7

assistente alla regia Valentina Paiano

costumi Maria Chiara Vitali

animation project by MicrofilmStudio

lead animator Federico Cadenazzi

graphic illustration Chiara Vitale

Teatro Libero

Via Savona 10, Milano

BIGLIETTI:

Intero € 21,00

Ridotto under26 e over60 € 15,00

Allievi Teatri Possibili con TPCard € 10,00

Allievi altre scuole di teatro € 13,00

ORARIO SPETTACOLI:

Da lunedì a sabato ore 21.00

Domenica ore 16.00

ORARI BIGLIETTERIA:

Da lunedì a venerdì dalle 15.00 alle 19.00

Nei giorni di spettacolo:

Da lunedì a venerdì fino alle 21.30

Sabato dalle 19.00 alle 21.30

Domenica dalle 14.00 alle 16.30

Prevendita € 1,50

CONTATTI

02 8323126

Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

ACQUISTI ONLINE

www.teatrolibero.it

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L'ossessione per la letteratura e il desiderio di trasporla nella vita: questo è il tema di "Lolita (Non ora non qui)" di Marcello Gori, spettacolo in scena dal 12 al 24 febbraio al Libero. Un professore universitario di letteratura comparata, appassionato di Nabokov e della sua Lolita, intreccia una relazione con una studentessa del primo anno, cercando in ogni modo di infonderle la passione per la letteratura. La trascina infatti in una fuga che sembra ricalcare quella dei due protagonisti del noto romanzo. Non si accorge che il loro rapporto si modella sempre più sulle pieghe violente, ricattatorie, dozzinali di quello fra Lolita e Humbert Humbert. La produzione è in mano al Circolo Bergman, progetto di produzione e diffusione delle arti performative, fondato da Sarah Chiarcos, Marcello Gori e Paolo Giorgio. Esso si caratterizza per il fatto di lavorare sull’immaginario collettivo, su materiali letterari, iconici, che in qualche modo sono entrati a far parte di un sentire comune. Più che il testo in sé, l'obiettivo è esplorare il nostro rapporto con quel testo, come risuona nel contemporaneo. Viene così specificato un linguaggio contemporaneo, alto, ma che mantiene un piano di comunicazione popolare. Nel testo di Marcello Gori risuonano parti del romanzo, riprese in un tentativo impossibile di elevare la carne e i corpi a un fatto letterario, come se il sudore di un amplesso potesse da solo scrivere romanzi sulle lenzuola. Ma in realtà sono stanze d’albergo, incomprensione, violenza: si racconta una relazione impossibile, che non si spiega; un rapporto ossessivo con la letteratura, con il linguaggio; un road movie dentro il cervello del protagonista. Paolo Giorgio, regista e docente di teatro, ha firmato diversi spettacoli fra i quali ricordiamo: K. il Processo, dal romanzo di Franz Kafka (Teatro Out-Off, 2013); Stanlio e Ollio, di Juan Mayorga (Teatro Filodrammatici, 2012); Glas (Astiteatro, 2010); S(u)ono, spettacolo di teatro canzone di e con Eugenio Finardi; Bauman (Zygmunt) Circus, dai testi del grande sociologo polacco (Mittelfest, 2008); La bottega del caffé, radicale riscrittura del capolavoro goldoniano (Biennale di Venezia, Tieffe Teatro 2007). Dal 2004 è docente di Regia e Recitazione presso la Scuola Paolo Grassi di Milano. Ha collaborato con diverse accademie straniere (PWST di Cracovia, Accademia Nazionale di Malta, UNACT in Romania, l’Accademia Nazionale di Belgrado, l’Accademia Nazionale di Banska Bystrica). Dal 2010 è responsabile dei Progetti Internazionali della Scuola Paolo Grassi, ruolo in cui ha curato diversi progetti fra cui il Festival della Giovane Regia (2011, Teatro Franco Parenti, Teatro ON.TEATR di San Pietroburgo). Ha diretto e fondato il progetto Band à Part, vincitore (con le compagnie Babygang e Sanpapiè) del bando "Etre per residenze teatrali" di Fondazione Cariplo. Nel 2013 ha fondato Circolo Bergman, compagnia di produzione e innovazione teatrale.

Dal 12 al 24 febbraio 2015

LOLITA (non ora non qui)

di Marcello Gori

ispirato a Lolita di Vladimir Nabokov

con Emanuele Arrigazzi e Veronica Franzosi

regia Paolo Giorgio

produzione Circolo Bergman

Teatro Libero Via Savona, 10 Milano

BIGLIETTERIA PREZZI BIGLIETTI Intero € 19,00

Ridotto under26 e over60 € 13,00

Allievi Teatri Possibili con TPCard € 6,00

Allievi altre scuole di teatro € 10,00

Prevendita € 1,50

ORARIO SPETTACOLI

Dal lunedì a sabato ore 21.00 Domenica ore 16.00

ORARI BIGLIETTERIA

Da lunedì a venerdì dalle 15.00 alle 19.00

Nei giorni di spettacolo: Da lunedì a venerdì fino alle 21.30 Sabato dalle 19.00 alle 21.30 Domenica dalle 14.00 alle 16.30

CONTATTI 02 8323126

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“Io credo che l'essere umano sogni solo per non smettere di vedere. E potrebbe anche darsi che la luce interiore fuoriesca un giorno da noi così da non averne bisogno d'altra.”

Queste sono le parole di Johann Wolfgang Goethe dal suo libro Le affinità elettive, un grande romanzo che dal 20 Febbraio al 2 Marzo sarà messo messo in scena al Teatro Libero di Milano.

 

Le affinità elettive di Sarah Chiarcos con regia di Paolo Giorgio trasforma le pagine dell’opera dello scrittore e drammaturgo tedesco in realtà contemporanea per parlarci di emozioni, sentimenti, rapporti che uniscono al di là della ragione e dell’impossibilità di sfuggire al proprio destino. “Ci sono cose che il destino si propone ostinatamente” recita una frase del libro, il destino è infatti il protagonista della trama dello spettacolo.

I due protagonisti Edoardo e Carlotta sono felicemente sposati e decidono di ospitare nella loro casa una coppia di amici: il Capitano e Ottilia. Le giornate trascorse insieme producono grandi cambiamenti. Sono le affinità elettive, forze a metà fra le reazioni chimiche nei nostri corpi e l’iscrizione dei nostri nomi in un racconto scritto da altri. In una grande casa di montagna nascono amori improvvisi, le coppie si incrociano e la vita che si conosceva pare sul punto di infrangersi. La domanda di fondo sarà: è più giusto, più vitale costruire la propria vita sulle solide basi della razionalità e del progetto o abbandonarsi al rischio e all’incertezza, abbracciando fino in fondo gli orizzonti che ci offrono le nostre personali, private affinità elettive? Si tratta di realtà, memorie e di sogni? Il destino, il protagonista delle nostre vite, oscura i nostri desideri.

I personaggi di Goethe immersi in una realtà a noi conosciuta mettono in scena la tenuta universale delle relazioni e delle situazioni narrate nel romanzo. E la domanda che ognuno si deve porre, a se stesso, è: non è forse, vivere fino in fondo il proprio desiderio, un modo per non sfuggire al proprio destino?

Uno spettacolo profondo e introspettivo con la regia di Paolo Giorgio, docente di teatro che ha firmato diversi spettacolo, come K. il Processo (Teatro Out-Off nel 2013), Stanlio e Olio di Juan Mayorga (Teatro Filodrammatici, 2012) e Glas (Astiteatro nel 2010), è una produzione del Circolo Bergman, un circolo e piattaforma per l’incontro trasversale di artisti di provenienza diversa con un progetto comune. Il circolo fondato da Paolo Giorgio e Sarah Chiarcos si fonda sulla logica del trattato: le affinità non sono attributi intrinsechi degli elementi, ma dipendono dalle reazioni che si instaurano fra essi.

Le Affinità Elettive: un appuntamento che Nerospinto consiglia di non perdersi se avete la curiosità e la voglia di scoprire la forza del destino!

 

 

 

 

LE AFFINITà ELETTIVE

da Johann Wolfgang von Goethe

di Sarah Chiarcos

regia Paolo Giorgio

con Caterina Bajetta, Gabriele Bajo, Tomas Leardini, Francesca Pedrazzi

luci Sarah Chiarcos

scene e costumi Circolo Bergman

musiche originali  Marcello Gori

produzione Circolo Bergman

 

Teatro Libero (Via Savona 10 - Milano)

 

 

BIGLIETTERIA

PREZZI BIGLIETTI

Intero: € 19,00

Under 26: € 15,00

Over 60: € 11,00

Allievi Teatri Possibili con carta TP CARD: € 6,00 (prima rappresentazione € 3,00)

 

ORARIO SPETTACOLI

dal lunedì al sabato ore 21.00

domenica ore 16.00

 

ORARI BIGLIETTERIA da lunedì a venerdì dalle 15.00 alle 19.00

Nei giorni di spettacolo: da lunedì a venerdì dalle 15.00 alle 21.30 sabato dalle 19.00 alle 21.30

domenica dalle 14.00 alle 16.30

 

INFO E PRENOTAZIONI 02 832312602 8323126 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

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E' stato lo spettacolo di Antonio Skarmeta, Ardente Pazienza - Il postino di Neruda, ad aprire la stagione del Teatro Delfino di Milano, da ieri, 16 gennaio al 19 gennaio 2014, ore 21, domenica alle 16.00.

La messa in scena rimane fedele al romanzo ed è ambientata nella stessa epoca: dal 1969 al 1973.

Anni di fuoco per il Cile, che vedeva sorgere la figura di Allende, poeta cileno, come neo eletto alla presidenza della repubblica, e ucciso poco dopo durante un colpo di stato.

La trama, però, si addentra in una storia di un'amicizia che viene a consolidarsi lentamente, e soprattutto in un modo insolito, tra un postino e Pablo Neruda: unico abitante del villaggio di Isla Negra che riceveva corrispondenza.

Uno spettacolo che svestirà il poeta dai panni di vate e li farà indossare a Mario Jimenez, il postino, che 'prenderà coscienza della sua inespressa e latente vocazione per la poesia', fino a riportarlo al risveglio dei sensi e a una visualizzazione più concreta dei suoi obiettivi.

Protagonista dello spettacolo è la potenza e la forza della poesia, in grado di raggiungere anche i più 'impreparati', e capace di innalzare l'animo umano.

Ardente Pazienza - Il postino di Neruda è liberamente ispirato dal film, con protagonista Massimo Troisi, "Il Postino".

 

Il biglietto costa 18 €, e la rappresentazione sarà fino al 19 gennaio. Tutti i giorni alle 21, la domenica alle 16.

Per ulteriori informazioni potete consultare il sito: www.teatrodelfino.it

Nerospinto questa volta vuole raccontarvi di un film un po' di nicchia, un piccolo gioiello, passato quasi inosservato all'uscita nelle sale italiane, che ha suscitato nel nostro paese ben poco clamore al momento ma che ora sta diventando un cult. Stiamo parlando del film "Noi siamo infinito".

Il film del 2012 "Noi siamo infinito" alias "The perks of being a wallflower" diretto da Stephen Chbosky è l'adattamento cinematografico dell'omonimo romanzo di formazione epistolare, edito in Italia con il titolo "Ragazzo da parete", scritto dallo stesso Chbosky. Il romanzo, uscito nel 1991 negli Stati Uniti, fu molto contestato, perché nonostante i giovani protagonisti il libro tratta, sebbene in maniera piuttosto garbata, di tematiche quali droga, omosessualità, suicidio, disagio psichico, sesso.

È il 1991, nella periferia di Pittsburgh. Il protagonista nel libro, come nel film, è Charlie, un giovane al primo anno di liceo, timido ed introverso, che passa la sua vita un po' in disparte, leggendo romanzi, ascoltando musica, pensando molto, osservando gli altri,  chiedendosi se ed in che modo le persone che lo circondano possano essere felici, e scrivendo appunto i suoi pensieri ad un amico di cui non rivela il nome, ma che crede davvero possa comprenderlo ed ascoltarlo. Ad interpretarlo sullo schermo è l'attore Logan Lerman, noto per i film del ciclo "Percy Jackson e gli dei dell'Olimpo" , che regala qui una performance inedita, davvero convincente e toccante.

"Ok, questa è la mia vita. E desidero che tu sappia che sono felice e triste al tempo stesso, e che sto ancora cercando di capire come ciò sia possibile." 

Scrive Charlie all'inizio del romanzo.

Ė il punto di partenza di un percorso esistenziale e personale di incontro con il mondo e con sé stessi, che porta il personaggio  a riscoprirsi in relazione agli altri ed ai propri desideri e sentimenti, in quel periodo così complicato e difficile che è l'adolescenza. Ma non aspettatevi una storiella giovanilistica né un banale cliché da romanzo per teenagers, questo film, così come il libro, ha un suo linguaggio, una sua estetica ed una sua poetica personali.

Oltre a Lerman, nel film troviamo altri due giovani promesse del cinema americano, Ezra Miller, rivelazione già nel film del 2011 We Need to Talk About Kevin,"... E ora parliamo di Kevin", che qui interpreta Patrick e la famosissima Emma Watson, che abbandonati i panni, per certi versi troppo stretti, di Hermione Granger nella saga di Harry Potter, ci regala tutta la sua abilità di attrice nel ruolo di Sam, in cui risulta così naturale e affascinante che non pare neppure stia recitando. Patrick e Sam sono i due co-protagonisti e personaggi principali insieme a Charlie, coloro che lo accoglieranno nel proprio mondo, "il luogo dei giocattoli difettosi" come lo definisce Sam nel film, che sapranno essergli amici e offrirgli comprensione e affetto.

Charlie è quel ragazzo da parete che "fa tappezzeria", come si dice in gergo, e come ci suggerisce il titolo (Wallflower) non balla durante le feste, non parla con nessuno che non sia il suo professore di letteratura o la sua famiglia, non lega con i suoi coetanei, ma sa che deve trovare un punto d'incontro con il mondo, qualche cosa che lo smuova, e questo avviene quando incontra i due fratellastri Patrick e Sam, lui, omosessuale con difficoltà ad essere accettato, lei, così sicura e al tempo stesso così fragile, che si innamora delle persone sbagliate, e trova solo con il fratellastro e con Charlie la propria dimensione. Eppure Patrick e Sam colgono la sua personalità, così sensibile, così delicata, segnata da numerosi traumi molto profondi, come la morte del suo solo amico e un altro segreto, impronunciabile e violento, così nascosto in fondo al cuore, che non riesce neppure a tornarci col pensiero. Questo lo rende strano, diverso, e questo ce lo fa amare aggiungo io.

Patrick: "Tu osservi le cose da lontano e le comprendi. Non ti metti in mostra"

Charlie: "Non credevo che qualcuno potesse notarmi!"

La colonna sonora del film, che occupa un ruolo importante anche nel libro, è straordinaria, si va dalla canzone preferita di Charlie "Aspleep", degli Smiths, ai Sonic Youth, alla splendida "Heroes" di David Bowie, la storia si svolge all'inizio degli anni Novanta e potete ben immaginare quali fossero le musiche più ascoltate all'epoca, ma naturalmente oltre alle hits del momento, non mancano i riferimenti a molti "classici" della musica rock e pop. Interessante inoltre la citazione del Rocky Horror Picture Show, interpretato dagli amici di Charlie.

Moltissimi sono anche i libri che segnano il percorso di Charlie, dietro suggerimento del suo professore, dal Giovane Holden, a Peter Pan, al Buio oltre la siepe, il problema di Charlie è che pensa troppo, che tende ad immedesimarsi nei protagonisti dei libri che legge, in un mondo di fantasia, ed appena terminato, ogni libro diviene il suo preferito. Per questo spesso sogna di diventar scrittore, ma gli mancano gli argomenti, non è ancora abbastanza immerso nel mondo o forse lo è già  troppo.

Il suo professore, Bill, interpretato al cinema da un fantastico Paul Rudd, qui in un piccolo ruolo, è solito nel libro chiedere a Charlie come si sente e quali siano le sue emozioni.

"Pensi sempre così tanto Charlie?"

"E' un male?" Volevo solo che qualcuno mi dicesse la verità.

"Non necessariamente. E' solo che, a volte, le persone usano il pensiero per non partecipare alla vita."

E alla domanda più grande, sul perché si accetti di essere trattati male da chi dice di amarci, il saggio professore risponde:

"Charlie, ognuno di noi accetta l'amore che pensa di meritare".

Ed è così che si svolge il film, come il romanzo, tra piccole preziose massime che accompagnano una voce narrante fresca e autentica che racconta l'adolescenza, una voce sensibile, delicata, a tratti commovente, che narra con disinvoltura del disagio personale e familiare, delle pulsioni amorose, di traumi che non si riescono a dimenticare e delle speranze per il futuro. Descrive la vita di ogni giorno a scuola, a casa e con gli amici, gli autori e le canzoni preferite, le atmosfere che vengono vissute, la difficoltà della diversità ed il suo valore, il malessere e la solitudine che spesso si associano ad un'età complessa, ma anche quelle gioie, quei momenti irripetibili e grandiosi, che colmano la vita di significato, così come le emozioni che si accompagnano alle prime volte.

Ed anche se il momento che si sta vivendo sembra piccolo, o privo di senso, è parte di una storia più grande, di un percorso di crescita, per questo, in macchina, ascoltando musica, in compagnia dei suoi migliori amici, il senso di libertà e la gioia riempiono l'esistenza di Charlie per la prima volta, ed è allora, e solo allora, in quell'istante, che pure avrà fine, che egli riesce a sentirsi veramente infinito.

 

Giovanna Canonico

Emma è quello che possiamo definire per la cultura italiana una eccellenza. È un’artista completa che ha saputo coniugare alla perfezione un indiscutibile talento personale con la passione per il suo lavoro, tanto studio e una determinazione che è il tratto caratteristico di molte donne nate e vissute in territori tanto belli quanto difficili.

I risultati non si sono fatti attendere. Dagli anni Novanta, infatti, Emma Dante ha continuato a raccogliere successi e riconoscimenti prima con i suoi progetti teatrali, nei quali come regista ha saputo portare in scena sogni e realtà difficili e marginali e poi come attrice di film e di pièce, lavorando con i maggiori artisti e registi nazionali.

Emma ha la determinazione e il background giusti per parlare di quella parte dell’Italia che gli stessi italiani conoscono appena, se non per sentito dire o per luoghi comuni, e che invece diventa nei lavori e nelle pièce dell’artista il microcosmo necessario per comprendere la realtà tutta di una penisola colma di contraddizioni e incoerenze.

Nel 2009 Emma Dante pubblica il suo primo romanzo, Via Castellana Bandiera, dove al pari di molte sue colleghe iraniane, cilene, nigeriane sfrutta le sue capacità artistiche per dichiarare pubblicamente l’ancora non definita e difficile condizione delle donne in molte parti del mondo.

Il romanzo piace e fa riflettere, tanto che Emma decide di trasformare la trama dello stesso in una sceneggiatura e da questa nasce la pellicola omonima Via Castellana Bandiera, prima prova da regista della Dante e film italiano in concorso a Venezia 70.

La trama e il filo conduttore del film è ancora una volta lo scontro generazionale e culturale tra donne di età diversa e differente nazionalità che però in un contesto geografico e sociale come quello di Palermo si esaspera e si amplifica dato che le stesse donne già vivono e subiscono prevaricazioni e tirannie.

In un caldissimo pomeriggio di domenica la protagonista Rosa e la sua compagna Alba arrivano a Palermo per partecipare al matrimonio di un loro amico ma presto si perdono per le vie della città e finiscono in una strada a doppio senso. La strada è in realtà poco più di un vicolo e quando sopraggiunge dalla parte opposta un altro veicolo tutte e due le macchine si trovano praticamente bloccate senza poter procedere oltre. La via in questione è appunto Castellana Bandiera e diventerà lo scenario per lo svolgersi dell’intera pellicola. Nell’ altra auto, quella di fronte alla macchina di Rosa e Alba c’è Samira, che porta con sé tutta la famiglia Calafiore. La logica e il buon senso vorrebbe che una delle due donne al volante faccia retromarcia per permettere all’ altra di passare e per sbloccare l’ingorgo a vantaggio di entrambe…ma basta un solo sguardo tra Rosa e Samira per capire che il blocco in una stradina di Palermo è in realtà un duello tra loro due e niente altro.

Un duello tra donne di diversa origine e di differente generazione che non è estraneo alla vita di ogni giorno di ogni donna in una qualsiasi altra città. Nessuna delle due quindi è disposta a cedere il passo. E non lo faranno neppure sotto i colpi del caldo, della sete, della stanchezza e delle parole e dei gesti degli uomini che solo da comparse arrivano nella scena.

Via Castellana Bandiera è un film tanto crudele quanto poetico che non mancherà di affascinare molti uomini sull’ universo intenso e molteplice delle donne e permetterà a tante donne di guardarsi in uno specchio il più veritiero possibile del loro mondo.

 

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