Enza Van De Kamp - L'intervista
Enza Modica, in arte Enza Van De Kamp. Siciliana d'origine, ma naturalizzata milanese è un'amante della musica, una donna di gusto, ma soprattutto una Dj. L'abbiamo conosciuta nel 2009 all'evento Pretty in Pink, sotto la guida esperta di Luca Crescenzi, dopo anni la riscopriamo resident dj della serata del venerdì del nuovo Rocket, Alphabet, con la stessa carica di quattro anni fa e sicuramente molti più dischi nei raccoglitori.
Crescere a Milano come dj non è un'impresa facile, nella città in cui tutti si spacciano o per designer o per dj la concorrenza è spietata. La perseveranza e un ottimo orecchio hanno accompagnato Enza in un'ascesa attraverso eventi di moda, discoteche, come il Q21, il Toilet, il G-Lounge, presentazioni e aperitivi, permettendole di affermarsi sempre di più tra i Dj underground della scena della Milano modaiola. Quella Milano esclusiva e di tendenza, sempre attenta ai particolari e alle novità, sempre in pista fino alla fine.
Questa settimana vi proponiamo, quindi, l'intervista a Enza Van De Kamp e una breve selezione di brani dal suo repertorio per tenervi compagnia nella lettura.
West: Come è nata la tua passione per la musica? Enza: Non saprei dire come è nata, né quando esattamente. Se ci penso mi sembra di averla sempre avuta: sono la più piccola di due fratelli che avevano già uno stereo, compravano i dischi, guardavano Mtv. Inoltre un mio cugino era un dj di Palermo, molto in voga negli anni ’90, e sicuramente la sua presenza ha dato un contributo in questo senso.
W.: Chi sono gli artisti che ti hanno influenzato di più nella tua adolescenza? E.: Ho sempre ascoltato un po’ di tutto anche allora. Mi ricordo che andava molto la musica R’n’b, e una specie di soft rock. Ricordo di aver avuto quasi una dipendenza per i Nirvana, ma in generale ho sempre simpatizzato per quei pezzi dismessi che trovavo per caso, magari andando a casa di amici più grandi o ascoltando la radio, chi mi segue sa che mi è rimasto il vizio..
W.: Quando hai capito che la musica sarebbe diventata parte del tuo lavoro? La consideri una vocazione? E.: Beh quando hanno cominciato a propormi serate con una frequenza maggiore, ma non so ancora se è una vocazione di vita, credo che influenzerà sempre anche quello che farò nel futuro.
W.: Come hai cominciato? Quale è stata la tua prima strumentazione, la prima serata? E.: Ho cominciato a lavorare nei locali tramite un mio, ormai, carissimo amico, Luca Crescenzi, che mi propose di mettere qualche disco ad una sua serata che si svolgeva il mercoledì, in orario aperitivo. Però la mia prima serata in assoluto, se ci penso bene, fu qualche anno prima, in Sicilia, che è la terra in cui sono cresciuta: un mio compagno di classe faceva gli anni, avevamo procurato un mixerino da due canali, un compact disc e un computer, il fatto che fossi io a scegliere la musica doveva essere uno scherzo, e invece eccomi ancora qua!
W.: Come mai hai scelto il nome d'arte Van De Kamp? E.: Il nome Van de Kamp mi era stato affibbiato da alcuni amici perché sono molto scrupolosa con tutto ciò che riguarda la casa, come pulizia, cibo, e ironicamente rimanda ad un personaggio della serie televisiva Desperate Housewives, io l’ho scelto perché era curioso e divertente insieme.
W.: Come ti procuri la musica? Ore passate al negozio di dischi o preview su beatport? E.: Ovviamente ho gradualmente dovuto sviluppare un metodo un po’ più lavorativo nella ricerca della musica, principalmente attraverso internet, servizi come spotify, Youtube, iTunes, ma anche siti come Soundcloud, dove si trovano, ad esempio, versioni remix di pezzi molto belli, spesso anche in free download. Tuttavia ogni occasione è buona, la radio, negozietti specializzati, mercatini, ma anche film, spot televisivi, ecc.
W. Cosa fa di giorno a Enza Van De Kamp? E.: Tantissime pulizie! E, scherzi a parte, sono al terzo anno di Filosofia, in Statale. Non ho una vera e propria routine, ma in generale quando non mi dedico alla musica e agli aspetti organizzativi della serata Alphabet, vado in università, studio.
W.: Quali sono stati i punti di riferimento della tua carriera? Quali sono le personalità che ti hanno sostenuto? E.: Beh, sicuramente Luca Crescenzi, che mi ha dato la possibilità di farmi conoscere, ma anche di mettermi in gioco su altri fronti. Era venuto in vacanza in Sicilia, dalle mie parti, in seguito mi sono trasferita a Milano e ho cominciato a lavorare con lui,diventando buoni amici. E ovviamente, mio fratello, Michele, che mi ha motivato tantissimo a fare sempre meglio e sfruttare ogni occasione.
W.: Quali sono le date che ti hanno emozionato di più? E.: Sicuramente il party di Sergei Grinko, dove ho suonato insieme a Jessica 6, artista che io apprezzo moltissimo, e poi ogni serata dove la gente non smetterebbe mai di ballare ha un pezzo del mio cuore.
W.: Come definiresti il tuo groove? Come ti trovi col pubblico del nuovo Rocket? E.: Ogni mio set è diverso in base alla situazione, faccio molta ricerca sulla tipologia del locale e la gente, cercando di sposare sempre il loro gusto con il mio, e forse è proprio questo il mio punto di forza: l'Empatia. Anche al Rocket è andata così! W.: Qual è l'ultimo album che hai comprato? E.: Settle, dei disclosure!
W.: Cosa faresti se fossi l'ultima persona al mondo? E.: Se fossi l'ultima persona al mondo non saprei, probabilmente potrei solo ritenermi molto molto sfortunata!
Di seguito alcune foto della scorsa edizione di Alphabet, godetevi tutto l'album QUI!