Dal 30 novembre Miracoli Metropolitani e Grate: due spettacoli all'Elfo Puccini
Uno spettacolo in cui si ride tanto, ma dove non si sta ridendo affatto.
Il Teatro dell’Elfo sostiene Carrozzeria Orfeo, com’era accaduto con il loro precedente lavoro, unendosi in una rete di produttori che comprende due teatri nazionali e due TRIC (Teatri di rilevante interesse culturale). Lo spettacolo torna in scena nella stagione 2021/22 in oltre venti piazze italiane.
«Miracoli metropolitani si svolge in una cucina di un ristorante alla deriva e prossimo alla chiusura che per non fallire ha deciso di riciclarsi in un servizio di consegna a domicilio – tramite un’applicazione online – specializzato in cibo per intolleranti alimentari. L’impresa cavalca, quindi, un fenomeno che, come ha segnalato ultimamente l’Organizzazione Mondiale della Sanità, spesso nasconde delle truffe atte a creare un nuovo e potente mercato di consumo che sfrutta, per arricchirsi, le sempre più frequenti paure alimentari di un Occidente opulento e impaurito.
Partendo da un piccolo evento di giustizia quotidiana nei confronti della comunità straniera, nella città, fuori dalla cucina, imperversa l’allarme di una guerra civile. Il mondo è diventato un luogo inaffidabile, intollerante e meschino dove anche la sanità e la scuola si stanno trasformando in istituzioni ogni giorno più decadenti e incuranti del futuro. Come se non bastasse, la popolazione è terrorizzata da un pericolo imminente: le fogne della città, ormai sature di inquinamento, spazzatura e rifiuti tossici, stanno letteralmente esplodendo raccontandoci un pianeta affaticato dalla nostra presenza irresponsabile ma, al tempo stesso, metaforicamente, una società che sta per essere sepolta dai suoi stessi escrementi. Questi, infatti, prima di essere qualcosa di fisico e organico, sono il simbolo di pensieri e azioni malate, di un capitalismo culturale orribile, di un’umanità alla deriva dove la merda più che nelle fogne sembra annidarsi nei cervelli».
Racconti che sommati l'un l'altro ripercorrono la Storia di una città e di un Paese. Con questo si intende che scegliere la clausura non significa dare le spalle alla città che ti accoglie, ma vederla e
comprenderla in modo differente. E se Milano è una città con un popolo in continuo movimento, dove storie antiche e moderne collidono e s'infrangono in un turbine infinito, forse proprio da questo centro immobile la si può osservare in modo davvero nuovo. Fuori da ogni luogo comune, pieni di compassione e speranze.
Gianni Biondillo: «Il 25 novembre 2019 era una bella giornata di autunno – racconta il regista – il clima era mite e ci spostavamo in città liberamente per una riunione, un caffè, un incontro. Quel giorno ho preso la metropolitana per andare negli uffici di ATIR per discutere del nuovo progetto che Chiara Stoppa mi aveva proposto. La proposta era chiara: raccontare Milano, città dalle mille contraddizioni, e il suo sistema di mutuo soccorso. Quindi pianifichiamo l’incontro con l’autore, Gianni Biondillo. Il primo incontro con Chiara e Gianni avviene il 9 gennaio 2020. Se ripenso a quei giorni a viso
scoperto, fatti di incontri rubati ad altri incontri, di contatti liberi quasi mi commuovo. Il mondo che conoscevamo, di lì a poco, sarebbe cambiato. Abbiamo continuato a lavorare, certo, ci siamo rivisti
grazie a riunioni online, a volte ‘in presenza’, ma la distanza e la clausura ci hanno segnato profondamente.
La voglia di lavorare insieme però era, ed è, così forte che dopo tanta fatica, Gianni ci ha regalato una storia meravigliosa: un mondo affascinante e sconosciuto abitato da persone che vivono
liberamente la propria clausura. Un mondo interiore, dove le regole sono diverse dalle nostre e da cui possiamo imparare qualcosa sulla vita, sulla morte, e su una città, Milano, capace di accogliere
e di imparare dalla storia. Il viaggio verso questo nuovo spettacolo sarà più interiore, verso l’anima più profonda di noi e del nostro modo di essere».